La demoralizzazione porta alla chiusura, alla rassegnazione, alla burocratizzazione, alla diserotizzazione.
All'università gli insegnanti si rinchiudono nel baronato, alcuni sono sfidati dagli studenti googleizzati, e prendono un Lexomil prima di entrare in aula. Si sentono sempre più minacciati e incompresi, anche dalle pseudoriforme che i vari ministeri dell'Educazione cercano di imporre loro.
Di fatto, ancor più gravemente, si è aperto un secondo fronte contro di loro; l'ho già indicato: la vulgata tecno-economica dominante fra i politici e fra gli imprenditori tende a opporre i suoi criteri di efficienza, di redditività, di competitività al sistema insegnate delle secondarie e dell'università. In letteratura e in filosofia, già la valutazione con voti può essere arbitraria, ma, invece di essere sostituita da una motivazione motivata, tende a essere inserita in un gigantesco sistema di valutazioni quantitative che si generalizza in tutta la società, dove i valutatori sono essi stessi valutati da supervalutatori che non hanno mai saputo autovalutarsi né mettere in dubbio le loro valutazioni.
Il calcolo (statistiche, sondaggi, crescite, PIL) invade tutto. Il quantitativo scaccia il qualitativo. L'umanesimo è in regressione sotto la spinta tecno-economica.
da Edgar Morin, insegnare a vivere-manifesto per cambiare l'educazione, 2015, pag. 65.
Nessun commento:
Posta un commento